Belluscone è un film straordinario, tra espressionismo e teatro dell’assurdo. Un apologo grottesco che ritrae l’Italia con più verità di quanto abbiano fatto altri filmetti d’intento didascalico (La mafia uccide solo d’estate) e che cinematograficamente risorge dalla propria morte: è cinema che cuce frammenti, realizza un cut-up burroughsiano di stili e vicende – dai colori vivaci e pacchiani dei palchi di periferia, al b/n profondo, insondabile dei ritratti di Ciccio Mira. Tra interviste, flussi di coscienza, immagini televisive, finzioni e realtà, Maresco realizzza un film tanto comico quanto disperato, che moltiplica il senso all’infinito reiterandosi come “mockumentary di un mockumentary”. Talmente vero che non ci si crede.